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Zio Vanja Unplugged
ZIO VANJA UNPLUGGED

da Cechov

Atto unico. Durata 70’ ca.

Il capolavoro di Cechov portato in scena in una versione c.d. “unplugged”, ovvero privato di qualunque sovrastruttura che non sia strettamente necessaria alla resa del testo stesso. Una scrittura scenica ridotta all’osso che punta tutto sulla grandezza dello scritto cechoviano: né particolari scenografie, né particolari costumi o musiche o interventi tecnologici. Esclusivamente il testo e gli attori che lo interpretano, nella convinzione che lo Zio Vanja sia un dramma affatto attuale e che tale modernità passi tutta attraverso i personaggi, i loro sentimenti, sogni, delusioni e rimpianti: una vicenda umana, uno spaccato di umanità eccezionalmente riconoscibile anche ai nostri occhi di uomini di inizio XXI sec. Il realismo di questa messa in scena, dunque, non è filologico ma assolutamente attualizzato.

dalle Note di Regia ( clicca qui per leggere il testo completo )

Tempo fa qualcuno mi ha detto «Zio Vanja è il classico testo che si affronta intorno ai 40 anni». Non saprei dire se questo sia vero in assoluto, di fatto nel mio caso (41 anni) lo è stato. Probabilmente perché a 40 anni si iniziano a redigere i primi bilanci e Zio Vanja è un testo che parla di tragici bilanci.
Ma al di là di personali e psicologiche motivazioni, il testo di Cechov mi appare oggi come un atto di resistenza. Senza voler tornare sopra alla ben nota bellezza e importanza di questo classico della drammaturgia di tutti i tempi, mi limito alle seguenti semplice e sintetiche osservazioni:
Zio Vanja è un testo di tante parole, laddove oggi siamo sempre più disabituati ad ascoltare in silenzio.
Zio Vanja è un testo sussurrato, laddove oggi prevale la cultura dell’urlo.
Zio Vanja è un testo che privilegia le sfumature, laddove oggi o si è bianchi o si è neri.
Zio Vanja è un testo di uomini sconfitti, laddove oggi sembra che esistano solo vincitori.
Zio Vanja è un testo per bravi attori, laddove tanto teatro odierno snobba la recitazione in favore della tecnologia.
Insomma, credo che tornare a Zio Vanja e rifletterci sopra, oggi sia più che necessario.